Il merlo del dopo pioggia
Ero in mezzo del bosco ieri quando ha smesso di piovere. Almeno, fuori ha smesso. Invece lì dentro, nel folto della foresta, pioveva ancora. Gocce grandi, gocce pesanti, gocce fredde ma fragranti come sanno essere solo le gocce di pioggia primaverile. Con ogni bisbiglio di vento, cadevano giù dalle foglie e dai rami, portando con loro frammenti di muschio, briciole di lichene e pezzetti dei miei pensieri che avevo steso fra le frasche per inumidirli e farli fluire meglio. Poi cantava quel merlo. Lo conoscete, no? Quel merlo che c’è sempre, versando il suo canto nella fessura sgocciolante fra pioggia e sole. Forzandola, goccia per goccia, nota per nota, aprendola per far entrare il raggio di luce che è lì in attesa. Grigio è un colore che non può reggere a lungo. Non qui. Non finché batterà forte il cuore verde della natura.